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Google Meet, come verificare la qualità video e audio prima di una chiamata

Dopo un primo mese dell’anno ricco di aggiornamenti per Google Workspace, anche febbraio parte a pieno ritmo: in particolare è Google Meet a ricevere un update che rende possibile avere una rapida anteprima di come si apparirà agli altri partecipanti, prima di entrare in una videochiamata o riunione video.

Gli utenti di Google Meet potranno usare questa nuova funzionalità per avere una conferma che le periferiche siano correttamente configurate e connesse, per controllare che la connettività di rete sia buona e per capire l’impatto della cancellazione del rumore sul proprio segnale audio (se questa funzione è disponibile per il proprio account).

Quando viene rilevato un intoppo, Google Meet mostra un avviso e dei suggerimenti per la risoluzione di problemi più comuni, come ad esempio quello di concedere al browser il permesso di utilizzare il microfono o la fotocamera. Con questa nuova funzione gli utenti di Google Meet avranno la possibilità di entrare nelle riunioni sicuri che la tecnologia funzioni e di apparire agli altri con una qualità video che li soddisfi.

La funzione di preview consente di intercettare, prima di entrare in un meeting video, problemi come un microfono involontariamente silenziato, un monitor secondario con un collegamento mancante per le cuffie o l’altoparlante, altri problemi audio quali la scarsa qualità del suono, il livello troppo alto o il microfono che amplifica i rumori di fondo.

Inoltre, rende possibile effettuare regolazioni all’illuminazione e al posizionamento, aiutando l’utente a evitare una immagine video troppo scura o sgranata.

Come di consueto per questo tipo di aggiornamenti, il roll-out è graduale e può prendere fino a un paio di settimane.

Questa nuova funzione è disponibile per i clienti di Google Workspace Essentials, Business Starter, Business Standard, Business Plus, Enterprise Essentials, Enterprise Standard ed Enterprise Plus, così come di G Suite Basic, Business, Education, Enterprise for Education e Nonprofit.

Google, in arrivo più informazioni sui risultati delle ricerche

Quando si cercano informazioni su Internet con Google, ci si imbatte spesso in risultati provenienti da fonti familiari, come siti web di grandi rivenditori, siti di notizie di livello nazionale e altri; ma c’è anche una grande quantità di contenuti e servizi disponibili da siti che magari non abbiamo mai incontrato prima.

Per offrire all’utente qualche dettaglio in più sulle fonti dei contenuti senza dover fare ulteriori ricerche sui siti, accanto alla maggior parte dei risultati il motore di ricerca di Google inizierà a posizionare un’icona che simboleggia un menu: toccandola, l’utente potrà saperne di più sul risultato o sulla funzione e da dove provengono le informazioni o i contenuti.

Con queste informazioni contestuali aggiuntive, gli utenti potranno prendere decisioni più informate sui siti che potrebbero voler visitare e su quali risultati potrebbero essere più utili. Quando essa è disponibile, Google mostrerà una descrizione del sito web da Wikipedia.

Se un sito web non ha una scheda di Wikipedia, il motore di ricerca visualizzerà altre informazioni di contesto aggiuntive, come ad esempio quando Google ha indicizzato il sito per la prima volta.

Per le funzioni che Google fornisce per organizzare diversi tipi di informazioni, come gli annunci di lavoro o gli ad di aziende locali, sarà possibile vedere una descrizione su come Google ricava quelle informazioni da siti sul web, o dalle aziende stesse, e le presenta in un formato utile.

Gli utenti saranno anche in grado di verificare in modo rapido se la connessione al sito è sicura in base al suo uso del protocollo HTTPS, che codifica tutti i dati tra il sito web e il browser.Appositi pulsanti offriranno anche, eventualmente, un accesso rapido alle impostazioni di privacy e alla spiegazione di come funziona Google Search, mediante i link alle risorse del supporto online.

Il roll-out di questa nuova funzione inizierà a breve con il motore di ricerca in inglese negli Stati Uniti sul desktop, sul web mobile e sull’app Google per Android.

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